Il Disturbo d’Ansia Sociale, o Fobia Sociale, è caratterizzato dalla paura di quelle circostanze in cui si è chiamati a interagire con altre persone o a svolgere una performance davanti a spettatori.
La paura di parlare con sconosciuti, di tenere discorsi in pubblico, di frequentare feste o locali, di sottoporsi a esami universitari o a colloqui di selezione è, spesso, segno di Fobia Sociale. Altri sintomi meno evidenti sono l’ansia di scrivere, di firmare, di mangiare o bere mentre si è osservati. Il Disturbo d’Ansia Sociale, o Fobia Sociale, è caratterizzato dall’ansia o dalla paura di quelle situazioni in cui si è chiamati a fare una performance davanti a spettatori oppure a interagire con persone.
Sebbene il ventaglio di possibili circostanze o attività temute da chi soffre di questo problema sia ampio, le paure alla base sono sempre le stesse: figurare inopportuni, inetti, incompetenti, strani e ricevere, di conseguenza, giudizi negativi.
Il sintomo principale della Fobia Sociale è l’ansia. I tremori, la tachicardia, la mente annebbiata, la respirazione affannosa, la fame d’aria, la tensione muscolare e la sudorazione sono sintomi fisici. I pensieri incentrati sui timori delle critiche, i dubbi su quale sia il comportamento più indicato da tenere e il desiderio di fuggire sono, invece, sintomi psicologici.
Nel nostro come nella maggior parte dei paesi europei, il Disturbo d’Ansia Sociale ha un’incidenza stimata del 2,3%, considerando tutte le fasce d’età. Ciò significa che in Italia ne sono colpite circa un milione e mezzo di persone. Le femmine lo sono più dei maschi, con una proporzione media di circa 1.8. Vi sono, cioè, 180 femmine fobiche sociali ogni 100 maschi.
Questa sproporzione è ancora più pronunciata se si considerano solo gli adolescenti e i giovani adulti, arrivando a 2.2 (220 femmine fobiche sociali ogni 100 maschi). Può calare fino a 1.5, invece, considerando solo gli adulti più maturi e gli anziani.
Nonostante le notevoli conseguenze negative che questo disturbo causa in termini di benessere e di qualità della vita, solo la metà di chi ne soffre chiede aiuto professionale e, in media, lo fa a distanza di 15-20 anni dalle prime avvisaglie del problema. Sono più i maschi a seguire trattamenti mirati e ciò potrebbe dipendere anche dalle differenti aspettative sociali che, ancora oggi, vi sono verso i due sessi. Gli uomini sono meno disposti a convivere con le limitazioni causate dalla Fobia Sociale e cercano, più delle donne, una soluzione diretta.
Molti fobici sociali appaiono riservati, parlano con un volume di voce basso, evitano il contatto oculare e di intervenire nelle discussioni. A un occhio esterno possono essere scambiati per timidi ma, in realtà, solo poco più del 10% di loro lo è.
Timidezza e Fobia Sociale non sono la stessa cosa. La timidezza è un tratto di personalità che emerge già dall’infanzia ed è tipico di chi ha una spiccata attenzione verso la propria interiorità. Un individuo timido, probabilmente, non sarà attratto da quelle situazioni che lo porrebbero al centro dell’attenzione ma non si sentirebbe, comunque, incapace di affrontarle. La timidezza non è caratterizzata da ansia intollerabile, dal timore del giudizio altrui e, soprattutto, dal rifiuto del proprio senso di vulnerabilità, tutti aspetti centrali della Fobia Sociale.
La Fobia Sociale può essere da “prestazione” o da “interazione”. Chi soffre del primo tipo prova ansia nei confronti delle performance. Ballare, cantare e parlare in pubblico sono i principali esempi di prestazione, ma non gli unici. Hanno questa Fobia Sociale anche gli sportivi che non riescono a scendere in campo per via dell’ansia, i musicisti che provano forte tensione durante i concerti e gli attori che faticano a salire sul palcoscenico. L’ansia da prestazione più diffusa, comunque, è quella di parlare in pubblico, problema che riguarda circa il 30% dei fobici sociali.
Fare nuove conoscenze, esprimere il proprio punto di vista nelle conversazioni e frequentare le feste, invece, sono situazioni che prevedono un’interazione senza una performance in senso stretto e sono esempi di quelle temute da chi ha la Fobia Sociale da “interazione”.
Un tipo di Fobia Sociale non esclude l’altro. Uno studente universitario può provare forte ansia quando si sottopone agli esami e, anche, quando fa nuove conoscenze. In gergo clinico, questo tipo “misto” di Fobia Sociale è detto generalizzato.
I fobici sociali si preoccupano che gli altri possano accorgersi della loro ansia, del tremore della voce, dell’arrossamento del viso e del collo, della sudorazione della fronte, delle mani e delle ascelle, della goffaggine dei loro movimenti e degli errori nel parlare. Non riescono a fare a meno di concentrarsi sulla loro ansia e sui pensieri delle eventuali conseguenze a cui andrebbero incontro se essa diventasse incontrollabile.
Non di rado, la loro autopercezione è alterata, perché basata più sulla paura che su quanto, dall’esterno, è davvero visibile. Mentre parlano, per esempio, sentendo calore al viso possono convincersi di stare arrossendo anche se ai presenti ciò può essere appena percettibile o, addirittura, non esserlo del tutto. Se hanno la possibilità di rivedere la performance, per esempio in una registrazione filmata, spesso stentano a riconoscersi, stupendosi di non distinguere quasi alcuna traccia del modo in cui si erano sentiti.
Altre volte, invece, la rigida convinzione di non poter sbagliare, i dubbi su di sé e il continuo automonitoraggio possono indurre sintomi osservabili: per esempio, un conferenziere convinto di dover tenere sotto controllo la voce per non balbettare potrebbe, accorgendosi di non riuscirci, agitarsi a tal punto da avere la voce rotta o tremante. In una sorta di profezia che si autoavvera, quindi, i timori possono diventare realtà; i pensieri e le convinzioni negative su di sé inducono ansia che, a sua volta, peggiora la prestazione e conferma le cattive opinioni di partenza.
Con il tempo può comparire anche ansia anticipatoria, cioè apprensione con ore, giorni o settimane d’anticipo, che può peggiorare la prestazione generando attese negative e demoralizzazione. L’ansia anticipatoria è anche la principale causa degli evitamenti, che aggravano il problema.
Spesso i fobici sociali non sono carenti più di altri nelle abilità sociali, ma hanno ansia e convinzioni tali da indurne l’impressione. Molti ragazzi e ragazze, per esempio, nonostante siano capaci di interagire appaiono rigidi e impacciati più dei loro coetanei.
L’errata ma continua sensazione di essere osservati o al centro dell'attenzione, che per i fobici sociali è ulteriore motivo di preoccupazione, è la conseguenza dell’automonitoraggio, a sua volta indotto dal senso d’inadeguatezza, dai dubbi su di sé e dall’intolleranza ai giudizi altrui. Per questo, l'ansia può sopraggiungere durante una performance e, più in generale, in un qualsiasi contesto sociale.
L’atteggiamento sottomesso, la scarsa assertività e la reticenza nel dare informazioni di sé sono alcuni fra i comportamenti più tipici, mirati a non scoprirsi ed evitare le critiche. Altri sono illustrati nella figura seguente e riguardano il tono di voce, il contatto oculare e la postura.
Una prevedibile risposta di chi soffre di Fobia Sociale è l’evitamento. Nei casi meno gravi, queste persone possono cercare un’occupazione che non preveda eccessivi contatti sociali o in cui non si debbano fare performance pubbliche. Oppure, sopportano l’ansia legata a contesti d’interazione o di performance solo quando ciò è inevitabile. Per esempio, possono accettare di frequentare riunioni di lavoro perché, non facendolo, attirerebbero i giudizi negativi dei colleghi.
I maschi con Fobia Sociale, ancora più delle femmine, possono avere difficoltà a lasciare la famiglia d’origine, a instaurare relazioni intime e, in media, si sposano più tardi e hanno figli in età più avanzata dei loro coetanei. Molte ragazze e donne, invece, si confinano all’occupazione casalinga e alla cura dei figli, rinunciando ai desideri di carriera professionale.
L’utilizzo di sostanze per lenire l’ansia è un’abitudine diffusa. Molti adolescenti o giovani adulti, per esempio, bevono alcolici per sentirsi più inseriti e adeguati; studenti universitari assumono ansiolitici prima degli esami; professionisti insospettabili fanno uso di cocaina o di altre sostanze stupefacenti per sostenere lo stress lavorativo.
Nei casi più gravi, la Fobia Sociale è causa di ridotti risultati scolastici e di abbandono precoce, di scarsa scolarizzazione e, più tardi, di minori possibilità lavorative o di cronica disoccupazione. Sia le femmine, sia i maschi possono non riuscire a stabilire relazioni intime o amorose, a sposarsi e ad avere figli. Anche la qualità del tempo libero può ridursi in modo drastico: l’evitamento dei luoghi d’aggregazione o di altri contesti può essere tale da comportare un completo ritiro sociale o, per lo meno, notevoli limitazioni.
© Gabriele Calderone, riproduzione riservata.
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