psicologia & benessere

Personalità borderline: sette indizi per riconoscerla

Gli sbalzi d’umore, la continua richiesta d’attenzioni e la paura dell’abbandono non sono soltanto sintomi del disturbo borderline. Ecco, allora, come fare chiarezza.

diagnosi disturbo borderline

Forse anche tu, di tanto in tanto, sfoghi il malumore sul pedone frettoloso che attraversa la strada fuori dalle strisce o sul collega di lavoro un po’ troppo sbadato. Magari, a volte, ti lasci andare a immotivate scenate di gelosia con il partner oppure, preso dallo shopping “compulsivo”, spendi un po’ più di quello che potresti permetterti…

Umoralità e impulsività, più che segni di follia, sono la prova che sei un essere umano e non una macchina. Vale per tutti: siamo condizionati dallo stato d’animo, dalle emozioni del momento a tal punto che, talvolta, oltrepassiamo il limite.

Per alcuni, tuttavia, questa instabilità è un costante modo d’essere. Si parla, allora, di Disturbo Borderline di Personalità.

I borderline alternano stati d’animo contrapposti con tale facilità da apparire imprevedibili. Hanno un modo intenso di relazionarsi: idealizzano chi li accudisce e li fa sentire capiti. Al contrario, svalutano chi non li approva. La loro cronica paura dell’abbandono li porta a essere ipercontrollanti, aggressivi o, viceversa, freddi e distaccati. Sotto stress, la loro fondamentale sfiducia nel prossimo può diventare paranoia.

A causa di un traballante senso d’identità cambiano spesso idea su valori, progetti di vita, opinioni. L’identità corporea è un particolare tasto dolente: tante borderline femmine si convincono di essere brutte, grasse, difettose, molti maschi di essere troppo esili. Di conseguenza le prime finiscono per avere un rapporto complicato con il cibo, i secondi con la palestra.

Dei borderline è ben nota la tendenza all’autosabotaggio. Molti, nonostante buone o ottime potenzialità, si ritirano da scuola anzitempo. Al lavoro, poi, sono intemperanti nei confronti dei colleghi, si licenziano d’impulso, tollerando poco lo stress o perché incapaci di gestire ambienti non supportanti.

Scelte altrettanto autolesive le compiono nelle relazioni. Le mandano a monte quando avrebbero buone probabilità di funzionare mentre si lasciano intrappolare da partner inaffidabili, trascuranti, freddi o aggressivi, solo per avere sporadiche attenzioni che, in realtà, più che affetto nascondono narcisismo.

Disturbo Borderline di Personalità: speranze di cura e rischi del mancato trattamento

Sul disturbo borderline l’intervento psicoterapeutico e quello farmacologico, in combinazione, danno buoni risultati: a volte già dopo un anno si osserva un miglioramento dei sintomi, sebbene siano da mettere in conto tempi ben maggiori come, per altro, accade nel trattamento di ogni disturbo di personalità.

In mancanza di trattamento, l’esito è ancora meno scontato. Il borderline, per definizione, non tollera la noia e la demotivazione, così come le emozioni troppo intense, sia positive sia negative. Di conseguenza è a rischio di comportamenti autolesivi, fra i quali l’abuso di alcol e di sostanze stupefacenti. La messa in atto di azioni parasuicidare è altrettanto frequente. Fra queste vi sono le bruciature e i tagli.

Il Disturbo Borderline di Personalità è correlato a un alto tasso di morte per suicidio, che arriva all’8%-10% dei casi diagnosticati. Il rischio è maggiore laddove vi sia la concomitanza di altri tratti patologici di personalità oppure una condizione depressiva, non rara in individui così predisposti a sentirsi inadeguati e a colpevolizzarsi per le scelte infelici compiute.

Il decorso del disturbo borderline è condizionato dall’età. Di solito i sintomi iniziano a manifestarsi già nella tarda infanzia o nella prima adolescenza, si aggravano e raggiungono il culmine entro i 30 anni. Sebbene possa permanere un certo eccesso emotivo, dalla quarta decade in poi, a volte, si osserva una significativa remissione spontanea del disturbo.

Come distinguere il Disturbo Borderline di Personalità da tutti gli altri

In apparenza, la diagnosi del Disturbo Borderline di Personalità è semplice. L’autolesionismo, le emozioni esasperate, la cronica paura dell’abbandono e la dipendenza affettiva balzano all’occhio già a un primo sguardo. Eppure molti di questi sintomi, decontestualizzati, possono trarre in inganno. Di seguito vedremo perché.

1 L’identità instabile. Problematiche d’identità si manifestano nell’incapacità di conservare certezze su obiettivi di vita, valori, inclinazioni. Questa è una condizione comune nei giovani. L’adolescente “esplora” vari modi d’essere, si forma opinioni per poi abbandonarle, intraprende strade, torna indietro. Assume valori, per eliminazione, scegliendo quelli che collimano con la propria natura. Questo percorso accidentato è l’inevitabile prezzo da pagare per raggiungere un’identità stabile e autentica da adulti. Cioè, per maturare. Negli individui che faticano a trovare se stessi, e in particolare nei borderline, la costruzione dell’identità dura ben oltre l’adolescenza. Tuttavia, avere un senso incerto d’identità non per forza significa essere borderline. Come distinguere, allora, queste due condizioni? Verificando la quantità e la pervasività di altri sintomi. Il Disturbo Borderline di Personalità non si esprime soltanto nell’incapacità di rispondere alla domanda “Chi sono io?”, ma anche e soprattutto in una costellazione di sintomi relativi all’umore e all’autoregolazione.

2 Gli improvvisi cali d’umore. I borderline si paragonano agli altri partendo dal presupposto di essere inferiori. Abituati a sottovalutarsi e a cogliere, di sé, i difetti, spesso sono giù d’umore o afflitti dal senso di vuoto tanto da manifestare pensieri o propositi di morte. Ti sembra che questa descrizione sia perfetta per un depresso? In effetti è così. Allora, qual è la differenza fra depressione e Disturbo Borderline di Personalità? L’atteggiamento autocritico e l’umore precario non sono le uniche caratteristiche dei borderline. Un’altra, per esempio, è l’impulsività. Mentre il depresso, in genere, è afflitto dai dubbi e da una riflessività ossessiva, il borderline è avventato. Convinto che una decisione sia giusta, la mette in atto senza riflettere sulle conseguenze.

3 Le emozioni altalenanti. L’eccesso emotivo, oltre che il borderline, contraddistingue il Disturbo Istrionico di Personalità. Hai presente quegli individui sempre sopra le righe, appariscenti, estroversi, sensibili come “nervi scoperti”? Tutto li turba: le critiche, la disapprovazione, le incomprensioni altrui. E lo stress, i distacchi, la solitudine. A prima vista, borderline e disturbo istrionico si somigliano. Vi sono, però, alcune sostanziali differenze. Un esempio? L’istrionico non è autodistruttivo. Non compie scelte autolesive né mette a rischio la propria sicurezza. Inoltre, non è afflitto dal senso di vuoto tipico, invece, del borderline.

4 La sfiducia nel prossimo. Hai mai conosciuto qualcuno indisponibile ai legami pur essendo evidente che, in fondo, ne volesse? Molto spesso i borderline credono che il prossimo sia mosso da intenti malevoli, che nasconda la verità o menta per avere vantaggi. Per non sentirsi vulnerabili, allora, si mantengono guardinghi: evitano di aprirsi e, addirittura, di affezionarsi, così che non possano essere traditi, ingannati, feriti. L’atteggiamento sospettoso contraddistingue, anche, il Disturbo Schizotipico e il Disturbo Paranoide di Personalità. La differenza è nella pervasività della sfiducia che, in queste due condizioni, è persistente mentre nel borderline va e viene, aggravandosi in concomitanza di circostanze stressanti, per esempio durante le liti con il partner.

5 L’incolmabile bisogno d’attenzioni. Il borderline ha un disperato desiderio di stima, di scorgere approvazione nelle parole e nei gesti altrui. Non sopporta, invece, di deludere e di subire giudizi. Vuole attenzioni e le ottiene attraverso l’accondiscendenza o la richiesta di protezione. Il comportamento di chi ha una personalità narcisistica, spesso, è simile. La motivazione alla base, però, non lo è. Il narcisista vuole primeggiare, essere considerato speciale. Di conseguenza punta a ricevere ammirazione. Lo fa per mantenere vivo il malfermo e fittizio senso grandioso che ha di sé. Il borderline, al contrario, cerca di conquistare il prossimo per avere cure, compagnia, supporto, protezione. Cioè, per non essere solo.

6 L’aggressività. L’incuranza delle regole è la principale caratteristica del Disturbo Antisociale di Personalità. Di certo avrai visto film, o letto libri, con protagonisti criminali senza scrupoli, poco o per nulla empatici. Sono individui, questi, che prendono ciò che vogliono, anche se farlo presuppone ferire o danneggiare. Antisociali, appunto. Anche i borderline, a volte, agiscono in sprezzo delle regole morali e delle leggi. Per esempio, diventando verbalmente o fisicamente aggressivi. Le condotte degli antisociali e dei borderline, però, non nascondono le stesse ragioni. I borderline sono fin troppo sensibili. In effetti, perdono il controllo della rabbia quando si sentono maltrattati. A differenza dell’antisociale, che agisce per un tornaconto materiale, un borderline non ruberebbe mai un automobile per trarne profitto, né la danneggerebbe per divertirsi. Potrebbe, però, demolire quella dell’ex partner, sospettando di essere stato tradito.

7 La dipendenza. Conosci qualcuno che si affida agli altri per ogni minima decisione? E se, invece che borderline, fosse una personalità dipendente? Anche il dipendente è angosciato dall’idea di essere lasciato e fa il possibile per evitare che ciò accada, per esempio comportandosi con passività e sottomissione. Tuttavia, la paura dell’abbandono propria del dipendente è diversa da quella del borderline. Quest’ultimo teme di sentirsi sperduto: dalle relazioni vuole affetto, vicinanza, compagnia. Alla base vi è l’incapacità di stabilire una propria identità come singolo. Il dipendente, piuttosto, cerca qualcuno che sappia prendere buone decisioni, che gli permetta di sgravarsi dalle responsabilità, dalla necessità di mettersi in gioco, dal rischio di fallire. Di fronte all’abbandono, il borderline soffre della mancanza emotiva di chi ritiene insostituibile. Il dipendente, invece, sente di avere perso una guida.

© Gabriele Calderone, riproduzione riservata.

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