disturbi d'ansia e ossessivi

La tua più grande paura è ammalarti, soffrire o morire per una grave malattia? Potresti essere ipocondriaco

Le malattie sono uno dei più comuni motivi d’ansia. Si stima che 10 persone su 100 siano preoccupate per la salute e almeno 2 su 100 rispondano ai criteri diagnostici dell’ipocondria.

ipocondria

Ciò che forse, come esseri umani, temiamo di più è ammalarci, soffrire e morire. La Medicina, fin dalle origini, non è altro che l’incessante tentativo di calmare queste paure, di allontanare la morte guarendo le malattie.

E, in effetti, i risultati ottenuti dalla nostra specie sulla lunghezza della vita media sono clamorosi. Se ancora all’inizio del 1800 la prospettiva era di meno di 50 anni, una persona di oggi può sperare in più di 80 e, per il futuro, il progresso scientifico promette ulteriori balzi in avanti. Nonostante questo, però, le malattie continuano a esistere e, naturalmente, la morte è ancora un fatto inevitabile. Non sorprende, quindi, che esista l’ipocondria.

chirurgia primitiva
i primi tentativi della chirurgia. le tracce di un’operazione al cervello sul cranio di uomo di circa 3000 anni fa

L’ipocondria è causata dalla difficoltà di accettare l’ineluttabilità del decadimento fisico, della sofferenza e della morte ed è caratterizzata dalla paura di avere, o la convinzione di avere, una grave malattia.

L’ipocondria è più comune di quanto pensi

Le malattie sono uno dei più diffusi motivi d’ansia. Si stima che il 10% della popolazione sia preoccupata riguardo alla propria salute e che il 2%-7% risponda ai criteri diagnostici dell’Ipocondria. Ciò significa che, solo in Italia, ne soffrirebbero da un milione a circa 3 milioni e mezzo di persone.

Se non trattato, il decorso dell’ipocondria è molto spesso cronico e segue il tipico schema nel quale periodi di relativa tranquillità si alternano ad altri, connotati da forte ansia, che iniziano in concomitanza con stress psicologici o fisici.

L’età d’esordio, la durata e l’intensità sintomatologica del primo episodio ipocondriaco sono fattori prognostici grazie ai quali si può prevedere con un certo margine di sicurezza la frequenza e la gravità di quelli successivi.

Se sei ipocondriaco, potresti avere avuto un lutto in tenera età, avere perso un nonno a cui eri molto legato o essere rimasto orfano di madre o di padre per una grave malattia. Le perdite precoci, però, sono solo una delle possibili cause. Potresti, per esempio, aver subito un’ospedalizzazione da bambino o soffrire di una patologia cronica fin dall’infanzia. O, ancora, avere un genitore che, a sua volta, è ansioso o è spesso preoccupato per la salute. Se così fosse, è possibile che tu abbia imparato da lui a preoccuparti e a essere pessimista.

Il periodo in cui, in genere, compare l’ansia per la salute è la fine dell’adolescenza e ciò è coerente con la natura delle paure che vi sono alla base: è dalla prima età adulta in poi, infatti, che si elaborano con maggiore profondità i concetti di sofferenza e di morte.

Meno di frequente, invece, i bambini sotto i 12 anni manifestano preoccupazioni di ammalarsi o di morire e, quando lo fanno, la maggior parte delle volte non è a causa dell’ipocondria, ma dell’ansia di separazione.

Le paure degli ipocondriaci e quello che fanno per combattere l’ansia

Se sei ipocondriaco, la paura di essere malato potrebbe accompagnarti per giorni o settimane oppure assalirti in particolari momenti. A volte, questi episodi iniziano dopo aver visto un servizio giornalistico o aver letto un articolo sulla salute, navigando sul web o venendo a sapere che un conoscente si sta sottoponendo a cure per una grave malattia, ha bisogno di assistenza continua o è morto all’improvviso.

Potresti temere di essere malato senza una vera e propria ragione o perché malinterpreti normali sintomi fisici. A volte, magari, scambi un leggero senso di oppressione al petto, il formicolio alle braccia o l’indolenzimento delle gambe per le avvisaglie di un infarto; un banale mal di schiena o la stanchezza per un cancro; un momentaneo tremore delle mani per il morbo di Parkinson. E, nei giorni seguenti, rimugini sull’eventualità che questi sintomi tornino.

In particolare, se i tuoi timori sono relativi alle patologie cardiovascolari, l’episodio ipocondriaco potrebbe scatenarsi in seguito a:

Se, invece, temi gli ictus o altri accidenti cerebrovascolari, gli episodi ipocondriaci potrebbero iniziare a seguito di:

Se temi le patologie oncologiche, per esempio i tumori o la leucemia, l’ansia potrebbe prendere il via a seguito di:

Se temi le sindromi neurodegenerative, l’episodio ipocondriaco potrebbe essere innescato da:

L’ansia, in genere, si esprime nella convinzione di non avere modo di impedire che la patologia si manifesti o nella certezza di soffrirne già. Potresti decidere di non rivolgerti ai medici per il terrore di sentirti dire che, in effetti, il problema c’è, che sono necessari un trapianto o cure invasive. O che, addirittura, non si può fare nulla. Magari fai di tutto per distrarti ed eviti gli ospedali e gli esami, anche quelli di routine come le analisi del sangue. Temendo che certe attività fisiche causino altri sintomi, potresti evitare anche gli sforzi o particolari movimenti. Se è questa la tua strategia, però, avrai notato che in fondo i pensieri sono sempre lì e, anzi, così facendo riesci ancora meno a distaccartene.

Se, invece, sei più il tipo che affronta le questioni di petto, l’ipocondria ti avrà spinto a intraprendere visite mediche. Se temi un accidente cardiovascolare, per esempio, ti sarai già recato al pronto soccorso dopo una forte tachicardia, avrai consultato cardiologi e richiesto una scintigrafia, una coronarografia (angiografia) o, per lo meno, diversi elettrocardiogrammi (ECG). Se hai paura degli ictus o delle sindromi neurodegenerative, puoi aver consultato neurologi ed esserti sottoposto a risonanze magnetiche, TAC e PET. Se la tua preoccupazione è incentrata sulle patologie oncologiche avrai visto dermatologi, endocrinologi e fatto ripetute analisi del sangue.

Oppure passi ore a controllare il corpo alla ricerca di segni della malattia o di nuovi sintomi. Magari fai autopalpazione alla ricerca di linfonodi o di parti doloranti per paura di avere un tumore. Se temi la SLA, il Morbo di Parkinson o altre sindromi neurodegenerative, forse ti sei abituato a tenere sotto controllo la stabilità delle mani e dei piedi per verificare se vi sono tremori, o i muscoli delle braccia e delle gambe per essere certo di non avere spasmi muscolari.

Se sei solito gestire in questo modo i tuoi episodi ipocondriaci, ti sarai accorto che le rassicurazioni dei medici e le autoanalisi funzionano sul momento, ma ben presto esauriscono la loro efficacia. Quasi subito torna il dubbio di aver trascurato qualche parte del corpo, che lo specialista a cui ti sei rivolto ti abbia preso alla leggera o non si sia accorto di un sintomo maligno, che i risultati delle analisi siano errati o che la malattia sia comparsa proprio dopo la visita.

Nel peggiore dei casi, queste azioni non solo hanno poco beneficio sui tuoi dubbi ma, anzi, li peggiorano. Prestando continua attenzione ai sintomi, per esempio, potresti trovarne uno che ti rafforza l’errata convinzione di essere malato, mentre le visite e gli esami negativi potrebbero farti pensare che nessuno sia in grado di aiutarti, che i medici sottovalutino la tua condizione e ti prescrivano analisi inutili.

Le conseguenze dell’Ipocondria: il rapporto con i medici e l’impatto sulla vita di tutti i giorni

Molti ipocondriaci che non evitano i dottori e, anzi, vi si rivolgono con regolarità, sentono di non essere presi sul serio, di ricevere attenzioni frettolose e superficiali. Un certo numero di loro si agita ancora di più vedendo che tutti gli interpellati sembrano incapaci di risolvere il problema e si rifiutano di formulare una diagnosi. Se lo specialista coglie la base ipocondriaca e consiglia un consulto psichiatrico o psicologico, non di rado riceve una forte opposizione. Partendo dal rigido presupposto di avere una malattia, la maggior parte di questi pazienti non cerca una soluzione psicoterapeutica e interpreta tale proposta come l’ennesima sottovalutazione.

Se ti sei sottoposto a molte visite senza esito è possibile che, con il tempo, il tuo medico si sia abituato a trattare con modi sbrigativi le tue lamentele somatiche. Il rischio è che condizioni cliniche rilevanti, laddove in seguito si presentassero davvero, possano essere sottovalutate o ignorate dall’operatore sanitario. Ecco perché è importante rivolgersi al dottore solo quando l’eventualità di averne bisogno è concreta e, per fare ciò, è necessario che tu sappia distinguere i sintomi di una patologia fisica da quelli dell’ipocondria.

Ma il deterioramento del rapporto medico-paziente è solo una delle conseguenze. La paura di essere malato può ostacolarti le attività quotidiane, peggiorare il clima familiare ed essere tanto forte da impedirti di lavorare o, se sei uno studente, di proseguire negli studi. L’inflessibile convinzione di stare per morire potrebbe demotivarti a vedere gli amici ed essere causa di ritiro sociale, di attacchi di panico e di depressione. Potrebbe sembrare un paradosso ma, in effetti, l’ipocondria è correlata a un maggiore rischio di morte per suicidio.

© Gabriele Calderone, riproduzione riservata.

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