autostima & autocontrollo

Quanto autocontrollo hai nelle relazioni, nel lavoro e con il cibo? Misuralo con un test

Con i colleghi di lavoro, con il partner, a tavola e quando guidiamo l’auto: sono solo alcune delle situazioni in cui è necessario avere autocontrollo sugli impulsi.

test autocontrollo

Nel mondo in cui viviamo, così ricco di stimoli che possono distrarre e invogliare, ma anche di circostanze che frustrano e limitano, possedere autocontrollo sembra indispensabile.

La definizione di autocontrollo, in un certo senso, sta nella parola stessa ed è la capacità di saper controllare, attraverso la volontà, se stessi, cioè i propri istinti, le emozioni e i comportamenti. Questa definizione, però, anche se chiara, sembra descrivere più il risultato dell’avere autocontrollo, cioè il sapersi controllare, che non cosa esso sia e quindi forse non è molto utile per capire come perfezionare quest’abilità. Una migliore definizione di autocontrollo, allora, può essere la seguente.

«L’autocontrollo è la capacità di porre il pensiero fra un impulso e l’azione, e la capacità di pensare e agire più in base ai valori e agli obiettivi che in base agli impulsi e alle emozioni»

Questa definizione, piuttosto complessa, merita un approfondimento. Anteporre il pensiero al comportamento significa saper dilazionare la risposta, cioè riuscire a riflettere sul significato e sulle conseguenze di un comportamento prima di agirlo. Pensare per valori e obiettivi più che per impulsi ed emozioni significa, invece, avere una visione lungimirante di ciò che si vuole per sé. Facciamo l’esempio di uno studente universitario alle prese con un esame ostico: il programma da studiare è esteso e il professore ha fama di essere severo e puntiglioso. In una situazione come questa, per istinto si può essere portati a procrastinare lo studio, a distrarsi, a uscire con gli amici invece di mettersi alla scrivania. Perché? Perché ognuno di noi, per natura, è portato innanzitutto a evitare il dolore e le “minacce”. Il carico di lavoro necessario per preparare l’esame è così pesante, e il rischio di non passarlo così alto, da motivare ad allontanarsi dal problema. L’autocontrollo, in questo caso, sta nell’anteporre ai propri impulsi di fuga una riflessione centrata sulle conseguenze, per esempio: “Cosa otterrei se, ora, rinunciassi a studiare per uscire con i miei amici?”. Saper ragionare in questi termini è la base per l’esercizio dell’autocontrollo, perché consente di inibire l’emissione di un comportamento dannoso.

Essere in grado di sospendere il comportamento per ragionarvi sopra, tuttavia, è solo una parte dell’autocontrollo. Infatti, la direzione del nostro comportamento può essere guidata da fattori diversi quali gli impulsi, le emozioni, gli obiettivi e i valori. Chi agisce solo in base agli impulsi e alle emozioni, che sono per loro natura intensi ma ondivaghi, sarà portato a cercare il piacere del momento o a evitare emozioni dolorose, anch’esse momentanee. In alcune circostanze ciò non è sbagliato, ma nella maggior parte dei casi l’ottenimento di un vero risultato, cioè di una gratificazione stabile, richiede la capacità di tollerare i rischi e la frustrazione. Torniamo all’esempio dello studente alle prese con l’esame universitario. Con uno sforzo d’autocontrollo era riuscito a fermarsi e a chiedersi: “Cosa otterrei se, ora, rinunciassi a studiare per uscire con i miei amici?”. Se ragionasse solo sulla base delle sue emozioni momentanee, la risposta a questa domanda forse sarebbe: “Smetterei per un po’ di sentirmi tanto in ansia per questo esame”. Come si può intuire, questa risposta non gli sarebbe di grande aiuto per motivarsi a studiare. Se invece il ragionamento fosse basato sugli obiettivi, per esempio dare esami, il corso dei suoi pensieri potrebbe prendere un’altra direzione: “Facendo così, non riuscirei a prepararmi per sostenere l’esame al prossimo appello e io, invece, vorrei provare”. Questo modo di ragionare, più centrato sul lungo termine, può essere sufficiente per non mettere in atto comportamenti controproducenti, come procrastinare troppo lo studio, ma potrebbe ancora non bastare se l’ansia per l’esame fosse eccessiva o le motivazioni incerte.

Per esercitare un sano autocontrollo, infatti, occorre anche avere ben chiari i propri valori, cioè le cose a cui diamo importanza. Qual è il motivo per cui dare esami? Laurearsi? Avere, in seguito, un lavoro più gratificante? Raggiungere un certo status sociale? Certo, ma il valore sottostante, molto spesso, è semplicemente l’autorealizzazione personale. Concentrarsi su questo punto può dare la spinta per tollerare l’eventualità di un insuccesso e la frustrazione della fatica. Ragionando in base ai propri valori, lo studente del nostro esempio potrebbe quindi dirsi: “Studiando qualche pagina adesso, e facendo sempre così, potrò realizzarmi come persona, cioè avere quello che è importante per me”. Al contrario, per chi non ha ben chiari i propri valori può essere difficile riuscire a esercitare autocontrollo e dare, così, una direzione coerente ai comportamenti.

Gli stati d’animo che peggiorano l’autocontrollo

Tutti noi siamo in grado di descrivere le nostre abilità d’autocontrollo. Quanto crediamo di averne, quali sono le circostanze che lo mettono alla prova, in quali funziona meglio. Come tutte le altre caratteristiche psicologiche, tuttavia, anche questa è influenzata da fattori emotivi e situazionali. Frustrazione e stanchezza, per esempio, essendo condizioni collegate alla tristezza e alla rabbia, possono peggiorare l’autocontrollo anche in chi ne possiede a sufficienza. Chiunque abbia un figlio piccolo sa bene che, dopo una dura giornata di lavoro, è più difficile essere pazienti riguardo ai suoi capricci.

Comunque, più radicati sono i valori e le abilità d’autocontrollo, minore sarà l’influenza delle condizioni esterne e delle proprie emozioni negative. Un genitore in possesso di queste capacità, se ha valori ben centrati sul benessere del figlio, anche dopo una giornata faticosa può comunque riuscire a dirsi: “Il mio valore principale è crescere mio figlio con amore e fare in modo che mi ami”. Un'affermazione come questa può aiutare ad andare oltre la stanchezza momentanea e ad agire per il meglio, anche quando le circostanze non lo facilitano.

Misura il tuo autocontrollo

Istruzioni per compilare il test: il seguente questionario è predisposto per misurare il tuo autocontrollo. Per una corretta esecuzione ricorda di indicare, per ogni gruppo di opzioni, UNA SOLA RISPOSTA, quella che più somiglia al tuo abituale modo di agire. Al termine del test, clicca sul pulsante “Finito” per vedere l'esito, che potrà essere: 1) Autocontrollo basso; 2) Autocontrollo medio-basso; 3) Autocontrollo nella media; 4) Autocontrollo medio-alto; 5) Autocontrollo alto.

ATTENZIONE: il test è gratuito, anonimo e ha una validità basata sull'osservazione clinica. Il suo esito non ha valore diagnostico.

© Gabriele Calderone, riproduzione riservata.


1. Quando sono agitato, per calmarmi mi servo di aiuti esterni, per es: alcool, ansiolitici, ecc.

Mai
A volte
Spesso
Sempre


2. Do il meglio di me solo a ridosso di una scadenza, quando sento la pressione.

Mai
A volte
Spesso
Sempre


3. Se devo svolgere qualcosa di noioso o difficile, tendo a rimandare.

Mai
A volte
Spesso
Sempre


4. Riesco a gestire la mia alimentazione in modo che non sia troppo calorica o grassa.

Mai
A volte
Spesso
Sempre


5. Quando discuto con il mio partner riesco comunque a mantenere la calma.

Mai
A volte
Spesso
Sempre


6. Non sopporto le emozioni sgradevoli e faccio di tutto per mandarle via prima possibile.

Mai
A volte
Spesso
Sempre


7. In passato sono riuscito a liberarmi definitivamente di un vizio o di una cattiva abitudine.

Mai
A volte
Spesso
Sempre


8. Quando sono in coda (per es: in banca, in posta o al supermercato) mi irrito.

Mai
A volte
Spesso
Sempre


9. Devo soddisfare la voglia di mangiare qualcosa di buono appena ne sento il bisogno.

Mai
A volte
Spesso
Sempre


10. Se ho un lavoro da fare, lo porto a termine prima di dedicarmi a ciò che mi piace.

Mai
A volte
Spesso
Sempre


11. Prima di fare qualcosa, riesco a riflettere a fondo sulle conseguenze.

Mai
A volte
Spesso
Sempre


12. Quando una relazione è all'inizio, riesco a non scrivere messaggi o a non sentire di continuo il mio partner.

Mai
A volte
Spesso
Sempre


13. Anche quando sono arrabbiato con qualcuno, riesco a trattarlo con calma.

Mai
A volte
Spesso
Sempre


14. A un primo appuntamento l'ansia è così alta che non riesco a essere me stesso.

Mai
A volte
Spesso
Sempre


15. Se ho fame e non mi è possibile mangiare, riesco a non dare troppo peso alla sensazione sgradevole.

Mai
A volte
Spesso
Sempre


16. Quando non ho niente da fare o mi annoio devo fare qualcosa di eccitante.

Mai
A volte
Spesso
Sempre



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