cibo & disturbi alimentari

Il cibo come sfogo: la Bulimia Nervosa

La Bulimia Nervosa è un disturbo alimentare che si sviluppa a causa di una combinazione di fattori, fra cui la bassa autostima e l’immagine corporea negativa.

bulimia

Oggi, l’estrema importanza attribuita alla bellezza sottopone le donne a una notevole pressione, anche perché i canoni attuali impongono un’idea di fisico longilineo, snello e quasi privo delle normali “curve” di un corpo maturo. Un corpo che somiglia più a quello di una ragazza in età prepuberale che a quello di una donna.

L’immagine corporea ha notevole influenza sulla valutazione globale che le persone fanno di se stesse e gli ideali di bellezza appena descritti, spesso irraggiungibili, contribuiscono a crearne una negativa. Tutto ciò può spiegare, almeno in parte, perché la diffusione dei disturbi alimentari è in continuo aumento nei paesi industrializzati ed è, invece, molto più bassa in altre aree del mondo.

Due disturbi alimentari oggi molto diffusi sono l’Anoressia Nervosa e il Binge Eating, non troppo complicati da diagnosticare: il primo, infatti, si manifesta con un evidente sottopeso. L’indice di massa corporea (BMI) di una persona che soffre di Anoressia può attestarsi a 15 o anche meno. Il secondo, al contrario, è correlato al sovrappeso e, spesso, alla vera e propria obesità.

In entrambi i casi il peso corporeo, anche se non è l’unico criterio per valutare un disturbo alimentare, è di grande aiuto per il clinico. Ciò non avviene nel caso della Bulimia. Le persone che soffrono di questo disturbo, infatti, in genere sono normopeso o solo di poco sovrappeso (il BMI si attesta spesso intorno ai 20-25 punti). Vediamo, allora, in che altro modo riconoscere la Bulimia Nervosa.

Abbuffate e condotte di compensazione: i sintomi della Bulimia Nervosa

Secondo il DSM 5, il manuale diagnostico internazionale utilizzato dagli psicoterapeuti e dagli psichiatri, la diagnosi di Bulimia Nervosa può essere formulata solo quando sono soddisfatti i seguenti 5 sintomi.

1 Si verificano episodi di abbuffate e di perdita di controllo sul cibo. Un’abbuffata è l’ingestione, in una certa quantità di tempo (per esempio due ore) di molto più cibo di quanto la maggior parte delle persone mangerebbe nel medesimo tempo e nelle stesse circostanze.

Che la definizione di abbuffata sia legata alle “circostanze” può sembrare strano ma il motivo è che, in alcuni contesti, è normale mangiare di più. Pensiamo ai pranzi di matrimonio: in queste situazioni il consumo di cibo è molto maggiore del solito.

Nel paziente bulimico, le abbuffate sono in genere “innescate” da emozioni negative collegate a eventi stressanti (problemi famigliari, scolastici, lavorativi) o alla percezione di difettosità del proprio corpo. Inoltre, possono iniziare dopo un periodo di restrizioni alimentari. Non è raro, infatti, che le persone che soffrono di Bulimia seguano diete o impongano a se stesse di stare lontano da certi alimenti, che considerano “proibiti” perché troppo grassi o calorici.

L’abbuffata, spesso, è accompagnata dalla sensazione di perdere il controllo di sé. Tale discontrollo può evincersi dai racconti del paziente, qualora riferisca di non essere riuscito a resistere alla tentazione di mangiare oppure di non essere riuscito a fermarsi o a controllare la quantità di cibo ingerito. Non è raro che durante le abbuffate si mangino anche i cibi “proibiti”. L’abbuffata, quindi, può caratterizzarsi sia per la maggiore quantità di cibo, sia per l’impulso a mangiare particolari alimenti.

2 La persona mette in atto condotte compensatorie disfunzionali. Per “condotta compensatoria” si intende qualsiasi azione mirata a contenere il peso corporeo. Tutte le azioni compensatorie hanno l’effetto a breve termine di alleviare la preoccupazione di ingrassare e sono comuni all’Anoressia e alla Bulimia Nervosa. Le due principali sono, senz’altro, il vomito autoindotto, che si verifica in più dell’80% dei casi di Bulimia e che consiste, appunto, nell’indursi il vomito e l’esercizio fisico eccessivo. Si definisce “eccessivo” l’esercizio fisico troppo intenso, svolto in circostanze inappropriate o nonostante l’insorgenza di problemi fisici, come stiramenti e contusioni. Altre azioni compensatorie sono il digiuno prolungato, l’abuso di lassativi, di diuretici, di enteroclismi e di farmaci ad azione dimagrante.

In alcuni casi, il vomito autoindotto può trasformarsi in un obiettivo a sé stante: si mangia proprio per arrivare a vomitare. Si riconosce questa complicanza quando il vomito viene ricercato anche dopo l’ingestione di piccole quantità di cibo.

L’utilizzo del vomito autoindotto può essere individuato dal fatto che, a lungo andare, lascia segni piuttosto evidenti sullo smalto dei denti, che appaiono scuriti e corrosi e sulle mani, che sviluppano lesioni o piaghe qualora siano il mezzo utilizzato per prodursi il riflesso faringeo.

La capacità di indursi il vomito cresce con l’esercizio e, dopo l’iniziale bisogno di stimolazione, per esempio con le dita o altri oggetti di forma allungata (il manico dello spazzolino da denti, della forchetta, ecc), alcuni pazienti sviluppano l’abilità di vomitare a comando, senza alcun aiuto esterno.

3 Le abbuffate e le condotte compensatorie sono ripetute e frequenti. La diagnosi di Bulimia Nervosa può essere formulata solo nel caso in cui le abbuffate e le condotte compensatorie si susseguano, almeno una volta alla settimana, per una durata di non meno di 3 mesi. Nonostante ciò, si raccomanda di non sottovalutare i casi in cui tale frequenza sia minore. Anche per la Bulimia, infatti, è consigliabile la stessa prevenzione valida per tutti gli altri disturbi psicologici e medici: intervenire su un caso conclamato è sempre più complicato che risolvere un caso “in divenire”, anche e soprattutto in pazienti di giovane età.

4 L’autostima è fortemente influenzata dal peso corporeo. La forma e il peso corporeo influenzano la valutazione che ciascuno fa di se stesso; nelle persone che soffrono di Bulimia Nervosa, tuttavia, tale influenza è enorme. Come avviene anche negli altri disturbi alimentari, chi soffre di Bulimia Nervosa finisce per giudicarsi quasi solo in funzione del peso e delle proprie forme corporee. La continua centratura su questi due aspetti tende a produrre, come prevedibile, l’aggravamento degli episodi bulimici.

5 I sintomi precedenti non sono attribuibili a un altro disturbo alimentare. Le abbuffate e le condotte compensatorie sono presenti anche in numerosi casi di Anoressia Nervosa. Questo disturbo, tuttavia, al contrario della Bulimia è connotato dal marcato sottopeso ed è soprattutto in base a ciò che se ne fa diagnosi. Nel caso in cui le abbuffate e le condotte di compensazione si verifichino entro un quadro di Anoressia Nervosa, la diagnosi di Bulimia Nervosa non deve essere fatta.

Infine, per una diagnosi precisa si dovrebbe considerare anche la frequenza con cui il paziente mette in atto le condotte compensatorie, che è un buon indice della gravità del disturbo. Se ne distinguono 4 livelli:

© Gabriele Calderone, riproduzione riservata.

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