disturbi d'ansia e ossessivi

Dagli attacchi di panico all'evitamento delle situazioni temute: l'Agorafobia

Gli attacchi di panico sono momenti di forte ansia, di tensione e di confusione mentale; l’Agorafobia è la paura delle situazioni in cui gli attacchi di panico potrebbero ripresentarsi.

agorafobia

Le persone che soffrono di panico non sempre sono consapevoli del perché, all’improvviso, accade loro di sentirsi tanto male. Non conoscendone il motivo, finiscono per attribuire la responsabilità degli attacchi alle circostanze in cui sono avvenuti e si abituano, di conseguenza, a evitarle.

Circa il 50% delle persone che hanno attacchi di panico sono anche agorafobiche, cioè provano forte ansia all’idea di frequentare locali, andare al cinema, a teatro o nei negozi, utilizzare mezzi di trasporto come autobus e treni. L’agorafobia è la paura di trovarsi in situazioni o luoghi dai quali potrebbe non essere semplice uscire o ricevere aiuto in caso di bisogno.

«Chi soffre di attacchi di panico, spesso, si abitua a evitare quei luoghi in cui pensa che la loro comparsa sia più probabile»

I pazienti agorafobici temono gli spazi aperti come i centri commerciali, i parcheggi e le piazze, oppure i luoghi affollati come i ristoranti, i concerti o le feste e possono iniziare a evitarli dopo un attacco di panico o per il semplice rischio di averne uno.

Non è raro che questo problema nasca in un contesto e si generalizzi, poi, ad altri. Un esempio potrebbe essere quello di una persona che, dopo un attacco di panico in un ristorante, si convince di non poter più frequentare né i ristoranti, né le cene a casa di amici, né la mensa aziendale.

Come riconoscere l’Agorafobia: sintomi e diagnosi

Nonostante il Disturbo di Panico e l’Agorafobia si presentino spesso assieme, queste due condizioni sono distinte e si manifestano, ciascuna, con sintomi peculiari. Il DSM 5, il manuale edito dall’American Psychiatric Association, indica nove criteri diagnostici per l’Agorafobia.

A Paura o ansia marcate riguardo a due o più delle seguenti aree. Il numero e il tipo di paure possono variare in base all’età. In effetti, di solito i bambini agorafobici hanno paura di trovarsi fuori casa da soli mentre gli adolescenti e gli adulti sentono ansia più nel frequentare negozi e fare la coda.

  1. Utilizzare mezzi di trasporto quali automobili, bus, treni, navi e aerei.
  2. Trovarsi in spazi aperti, per esempio parcheggi pubblici, centri commerciali, ponti, piazze, prati, cortili, stazioni ferroviarie, aeroporti, campi sportivi.
  3. Trovarsi in spazi chiusi o ristretti, come negozi, cinema, teatri.
  4. Trovarsi in mezzo alla folla, per esempio a un concerto, oppure in coda allo sportello di una banca, alla cassa di un ristorante o di un negozio.
  5. Trovarsi fuori casa da soli.

B La convinzione che spinge l’individuo a evitare le situazioni è di non poterne uscire o ricevere aiuto qualora sopraggiungessero il panico o altri disturbi fisici.

Pensieri quali “Non potrò uscire da qui se ne avrò bisogno” e “Nessuno potrebbe aiutarmi se stessi male” sono comuni sia durante l’esposizione alla circostanza temuta, sia nei momenti precedenti. Le convinzioni collegate all’agorafobia possono variare con l’età. Per lo più i bambini temono di perdersi, gli adulti di avere un attacco di panico e gli anziani di cadere.

C Il contatto con le situazioni temute provoca sempre, o quasi sempre, sintomi fobici.

I sintomi possono comparire durante l’esposizione alla circostanza temuta ma anche prima e possono essere d’ansia, oppure assumere la forma di un attacco di panico “completo” o, ancora, di un attacco paucisintomatico, cioè accompagnato da un numero limitato di sintomi. Se l’esposizione provoca un’ansia solo occasionale la diagnosi dovrebbe orientarsi verso ipotesi alternative a quella di Agorafobia.

D Le situazioni temute sono evitate, oppure affrontate solo in compagnia di qualcuno di fiducia o, ancora, affrontate con forte ansia.

Un evitamento è un’azione, fisica o cognitiva, che ha lo scopo di prevenire o ridurre il contatto con uno stimolo. Alcuni esempi sono: cercare un lavoro vicino a casa per non dover prendere i mezzi di trasporto, chiedere a un amico o a un parente di fare la spesa al supermercato per non doverlo fare in prima persona, fare shopping nei piccoli negozi così da non dover entrare nei centri commerciali, guardare i film a casa per non doverlo fare al cinema, evitare di uscire se non in compagnia. Esempi di evitamenti cognitivi, invece, sono affrontare la situazione temuta cercando di distrarsi o cercando di sopprimere i pensieri sulle possibili conseguenze di un attacco di panico.

E La paura e l’ansia sono sproporzionate rispetto all’oggettiva pericolosità delle situazioni.

Sebbene gli individui con Agorafobia siano portati a giudicare le loro paure fondate, le situazioni che temono non sono obiettivamente pericolose. Questo criterio è fondamentale per distinguere le ansie agorafobiche da quelle ragionevoli: paure come quella di trovarsi in un parcheggio pubblico in una zona ad alto tasso di criminalità non dovrebbero essere considerate segno di Agorafobia.

F La paura, l’ansia e l’evitamento agorafobico durano da almeno 6 mesi.

Il criterio di durata dei sintomi serve per escludere le forme transitorie di Agorafobia. Tuttavia, il limite minimo di 6 mesi è da considerarsi una semplice indicazione. L’ipotesi di Agorafobia può essere valida nonostante i sintomi siano più recenti, soprattutto se determinano limitazioni quotidiani consistenti.

G La paura, l’ansia e l’evitamento agorafobico creano disagio significativo, difficoltà relazionali, sociali o occupazionali.

L’ansia e la mancata esposizione possono causare notevoli limitazioni o, addirittura, il completo ritiro sociale che, al contrario di ciò che si potrebbe pensare, è piuttosto comune e riguarda circa il 30% degli agorafobici. Il conseguente peggioramento della qualità di vita può essere motivo di basso umore, di depressione e dell’abuso di alcol e sostanze.

H Qualora vi sia una condizione medica che possa giustificare il timore di esporsi alle situazioni, l’ansia e l’evitamento sono, comunque, eccessivi.

I pazienti che soffrono di Morbo di Parkinson o di altre patologie neurodegenerative possono avere paura di cadere trovandosi in spazi aperti; i pazienti con disturbi cardiovascolari possono temere l’infarto conseguente all’ansia o al panico. Non si deve fare diagnosi di Agorafobia se l’ansia e gli evitamenti sono una ragionevole conseguenza di una qualche malattia fisica. Qualora, invece, essi fossero sproporzionati rispetto allo stato di malattia del paziente, la diagnosi è possibile.

I La paura, l’ansia e l’evitamento non sono dovuti a un’altra psicopatologia, per esempio la Fobia Sociale, il Disturbo da Stress Post Traumatico o altre condizioni caratterizzate da sintomi simili a quelli dell’Agorafobia.

Distinguere l’Agorafobia da altri disturbi non sempre è facile. Di seguito approfondiremo proprio questo tema.

Come distinguere l’Agorafobia dagli altri disturbi psicologici

Molte altre condizioni psicopatologiche sono caratterizzate da ansia, paura ed evitamento. Alcuni esempi sono la Fobia Specifica, la Fobia Sociale e il Disturbo d’Ansia di Separazione. Di seguito vedremo come distinguere l’Agorafobia da questi e da altri disturbi.

Agorafobia e Disturbo di Panico. Come già accennato a inizio pagina, circa metà delle persone che hanno il Disturbo di Panico soffrono anche di Agorafobia. La doppia diagnosi è giustificata solo se vi sono attacchi di panico e se gli evitamenti riguardano due o più fra le cinque aree indicate al criterio “A” dell’Agorafobia. Se vi sono attacchi di panico ma gli evitamenti sono limitati a un’unica situazione, dovrebbe essere fatta diagnosi solo di Disturbo di Panico. Se, al contrario, vi sono evitamenti agorafobici ma non si verificano attacchi di panico, la diagnosi corretta è di Agorafobia.

Agorafobia e Fobia Specifica. L’Agorafobia può essere confusa con il tipo di Fobia Specifica detta “situazionale”. In questo come nel caso precedente, il criterio discriminante è il numero di circostanze evitate. Se sono due o più si predilige la diagnosi di Agorafobia; se è solo una, la scelta più appropriata è quella di Fobia Specifica.

Agorafobia e Dismorfismo Corporeo. Anche i pazienti con Dismorfismo Corporeo possono rifiutarsi di esporsi a determinate situazioni ma l’evitamento è finalizzato a non esibire parti del corpo che ritengono difettose. La ragione dei loro evitamenti, quindi, è diversa da quella dei pazienti agorafobici e fa da discriminante per la diagnosi.

Agorafobia e Disturbo d’Ansia di Separazione. In entrambi i disturbi una delle caratteristiche principali può essere la difficoltà a restare soli, ma nel Disturbo d’Ansia di Separazione la paura è incentrata sulla perdita delle figure di riferimento mentre nell’Agorafobia il timore riguarda l’eventuale comparsa dei sintomi del panico o di un altro disturbo fisico.

Agorafobia e Fobia Sociale. Questi due disturbi possono somigliarsi perché entrambi sono caratterizzati dall’evitamento di contesti sociali. Ma il timore del paziente con Fobia Sociale, diversamente dall'agorafobico, è di non sapersi comportare, commettere qualche sbaglio e ricevere una critica negativa.

Agorafobia e Disturbo da Stress Post Traumatico. I pazienti con Disturbo da Stress Post Traumatico sentono forte ansia in certi contesti e, di conseguenza, li evitano. Tuttavia, la loro paura è sempre collegata a un trauma. Un esempio potrebbe essere quello di una persona che dopo aver subito un’aggressione in un parco pubblico non riesce più a frequentare quel parco e anche tutti gli altri.

Agorafobia e Depressione. Come gli agorafobici, i pazienti depressi sono riluttanti a cimentarsi in numerose attività. A differenza dell’Agorafobia, però, nella depressione il ritiro sociale è dovuto all’apatia, alla demotivazione, alla mancanza di energie e all’anedonia, l’incapacità di provare piacere.

© Gabriele Calderone, riproduzione riservata.

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