Domande frequenti

I Gratta & Vinci e le slot-machine sono giochi d'azzardo?

Si. Tutti i giochi in cui è prevista una scommessa possono essere considerari giochi d'azzardo. Per "scommessa" si intende una giocata che ha una certa probabilità di vittoria. Tale probabilità è, in misura minore o maggiore, influenzata dal caso. Tutti i giochi d'azzardo (il gratta & vinci e le slot machine non fanno eccezione) sono strutturati in modo da contrapporre il giocatore contro il banco, oppure giocatori contro altri giocatori. Nel gratta & vinci, ad esempio, la scommessa consiste nel puntare denaro su un determinato biglietto vincente. Tale scommessa viene fatta contro il banco, che è l'erogatore del biglietto, cioè lo Stato. In caso di vincita, il banco pagherà il giocatore; in caso di sconfitta trattiene la somma giocata. Sono molti gli esempi di giochi in cui il banco è contrapposto al giocatore: il blackjack, le lotterie, le scommesse sportive, il super-enalotto, eccetera. Nel caso di altri giochi d'azzardo, invece, sono i giocatori a sfidarsi tra loro e a piazzare scommesse uno contro l'altro. Un esempio è il poker, giocato oggi in modo molto diffuso nella sua versione online (Per maggiori informazioni sul gioco d'azzardo e sulla ludopatia è possibile visitare la sezione specifica sul gioco d'azzardo patologico).

Che cosa è l'autostima? È possibile aumentarla?

L'autostima non deve essere confusa con l'auto-efficacia, che è la percezione delle nostre capacità di far fronte a nuovi compiti, sfide e ostacoli della vita. Se sentiamo di possedere le risorse per far fronte agli impegni della vita quotidiana, avremo molto probabilmente un buona percezione di auto-efficacia. L'autostima, invece, è la risultante del giudizio di valore personale che diamo a noi stessi. In altre parole, è il giudizio arbitrario che noi diamo a noi stessi sulla nostra amabilità e dignità personali. In alcuni casi è possibile possedere un buon senso di auto-efficacia pur avendo una bassa autostima. È il caso delle persone che, pur possedendo buonissime capacità personali e professionali, si ritengono tuttavia "inferiori" agli altri, sottopongono costantemente il proprio operato ad una critica severa e punitiva, paragonano le proprie performance a quelle dei colleghi o dei conoscenti, risultando sempre in difetto, sempre meno competenti. L'autostima, in effetti, è un auto-giudizio emotivo più che razionale: le persone con bassa autostima razionalmente possono sapere di non essere inferiori agli altri nel proprio valore o nelle proprie capacità, ma non lo "sentono" emotivamente. (Per ulteriori informazioni su questo argomento è possibile visitare la sezione dedicata all'autostima).

Che cosa è la depressione? Come riconoscerla?

La depressione è una sindrome psicologica che tuttavia ha una base organica sempre più riconosciuta e dimostrata dagli studi scientifici (la modificazione del funzionamento dei neurotrasmettitori è proprio ciò su cui agiscono i farmaci antidepressivi). Dal punto di vista psico-fisico, la depressione dà sintomi conosciuti: i cambiamenti dell'appetito, del sonno, la fiacchezza, l'irritabilità, la perdita di interessi e di motivazione sono tutte caratteristiche comunemente riscontrate. Per quanto riguarda gli aspetti propriamente psicologici, uno degli autori più importanti nel campo della depressione, A. Beck, ha sintetizzato con estrema efficacia le problematiche riscontrate nelle persone depresse formulando quella che oggi viene definita "triade di Beck". Tale triade è costituita da percezioni negative su di sè, sul mondo e sul futuro. Le persone depresse in genere posseggono idee negative su ciascuna di queste componenti: 1) hanno idee negative su di sè, che portano a vedersi come inetti, privi di valore e di scopo; 2) hanno idee negative sul mondo, visto come luogo non sicuro, fonte di minaccia, pericolo o comunque di richieste a cui non si riuscirà a far fronte; 3) hanno idee negative sul futuro, visto come portatore sicuro di eventi negativi, incontrollabili e imprevedibili. La triade di Beck, causata dalla depressione, ne è a sua volta la causa maggiore di mantenimento, poichè instaura un circolo vizioso che impedisce alla persona di mettersi nelle condizioni di uscirne (per maggiori informazioni è possibile visitare la sezione dedicata alla depressione e ai sintomi della depressione).

Quali possono essere le conseguenze di un trauma?

Innanzitutto occorre definire che cosa è un trauma. Con questa parola si intende un evento, accaduto una o più volte nella vita dell'individuo, in grado di farlo sentire oggettivamente o soggettivamente in pericolo. Questa definizione, volutamente generica, rende conto del gran numero di situazioni e condizioni che possono essere fonte di trauma. Non solo, quindi, quegli eventi che pongono la persona davanti ad un rischio concreto per la propria incolumità fisica, quali ad esempio terremoti, incendi, incidenti automobilistici, gravi malattie, ma anche situazioni non oggettivamente pericolose ma percepite come tali. L'abuso, pur costituendo un evento gravissimo nella vita di un persona, può non mettere in oggettivo pericolo la sua vita, ma è di certo vissuto come fortemente traumatico, poichè mette in discussione il proprio senso di vulnerabilità, aumentandolo. Un esempio ancora migliore della soggettività dell'evento traumatico è rappresentato dal divorzio dei genitori, vissuto dal punto di vista di un figlio piccolo. Tale evento, normalmente, non mette a repentaglio la sicurezza fisica del bambino, ma può metterne a repentaglio quella psicologica (bisogno di cure, di accudimento e di punti di riferimento stabili). Dalla percezione di tale precarietà (razionale o irrazionale che sia) deriva l'insorgenza del trauma. Normalmente i traumi, soprattutto quando lievi, vengono riassorbiti ed elaborati in modo naturale e non lasciano conseguenze particolari sul benessere della persona. Quando invece tale elaborazione fallisce (del tutto o parzialmente), si possono avere varie conseguenze. Fra quelle più conosciute vi sono gli attacchi di panico, la depressione ma soprattutto il disturbo da stress post-traumatico.

 

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